Contro: isolarsi dalla realtà

La colpa è degli smartphone. Ormai tutti, non solo gli adolescenti ma anche noi adulti, ne facciamo largo uso: chat, letture,... c'è sempre qualcosa che si può fare con uno smartphone! I nostri ragazzi, se escono e si radunano, si rapportano sul social network e noi li vediamo insieme ma ciascuno a guardare il suo piccolo schermo. Penso allo smartphone in sala d'attesa, in pizzeria, in viaggio. Il piccolo schermo touch ha preso il posto del dialogo, dell'osservazione, allontanandoci dalla realtà che ci circonda. Dove sta l'educazione in tutto questo?

I nostri figli sono i cosidetti nativi digitali, quelli che non hanno conosciuto il telefono con la rotella per la composizione del numero, ne le cassette per ascoltare musica nello stereo; la difficoltà ma anche la sfida nostra come genitori, educatori ma anche semplici utilizzatori di tecnologie, penso stia nel valutare quanto tempo e in quale spazio sia giusto utilizzarle. Se noi siamo i primi a non riuscire a farne a meno ( abbiamo il cellulare sempre in mano, come se fosse un anti stress!) non possiamo pretendere che chi ci guarda non abbia un input di condizionamento, primi fra tutti i nostri bambini o coloro che hanno delle relazioni con noi, i nostri partner per esempio. L'equilibrio non possiamo pretenderlo all'esterno, se non siamo noi i primi ad averlo!

Lo smartphone nella maggior parte dei casi è infatti jna fonte di intrattenimento non di apprendimento

Certamente gli smartphone (e simili) sono strumenti potenti in termini di possibilità, offrono una quantità di funzioni e modi di “collegarsi” con persone, informazioni e contenuti vari che è quasi illimitata. Ciò che credo sia importante ricordare è che non sono altro che strumenti, dalle grandi potenzialità, ma “solo” strumenti, e in quanto tali ha senso impegnarsi per imparare ad usarli in modo produttivo e positivo anziché controproduttivo e negativo. E se è vero che molte persone (di qualsiasi fascia di età) talvolta utilizza gli strumenti digitali in modo passivo e isolandosi, è anche vero che questo è un motivo in più per chiederci: quale è un utilizzo positivo di questi strumenti? E assicurarci che questa riflessione porti ad una educazione al loro utilizzo consapevole e positiva. Un esempio a caso: se usciamo in una sera estiva a fare una passeggiata sotto le stelle e tiro fuori il telefono, apro una app per individuare una costellazione e indicarla a un bambino magari leggendogli qualche curiosità in merito per poi rifletterci su insieme, e magari il bambino si chiede come fa il telefono a raccapezzarsi di dove siamo noi rispetto alle stelle e così via, allora è successo semplicemente che lo smartphone è stato solo uno strumento da cui prendere spunto per osservare qualcosa in più.
Se ci limitassimo a considerare dannosi di tutti gli strumenti che vengono utilizzati male ci troveremmo a rinunciare ad un sacco di cose, compresa la fiducia nel migliorarsi dell’essere umano, che capisco a volte faccia venire seri dubbi ahahahah!
Scherzi a parte, a me piace ancora pensare che con il giusto impegno siamo tutti in grado di cogliere il meglio delle cose e autoregolarci sugli utilizzi più dannosi E giustamente il rischio dell’isolamento c’è ed è giusto tenerne conto e regolarsi di conseguenza, non colpevolizzando gli oggetti ma correggendo le nostre abitudini �

Molto interessante Sara M.! Quindi non sono le tecnologie, gli smartphone in questo caso, il "problema", diciamo che siamo noi che ancora dobbiamo imparare a utilizzarle in modo positivo (come scrive anche Elelillibiz). Voi ci state riuscendo? E come fate? Vi date delle "regole" in termini di tempi e spazi come suggerisce Sara M.? Oppure non siete d'accordo per niente?

Io utilizzo molto il telefono e i social e mi do delle regole, cosi come tutti i componenti della mia famiglia: una di queste consiste nel non utilizzare gli strumenti digitali, TV compresa, durante l'ora dei pasti. E' un modo per stare "davvero" insieme e condividere ciò che si è fatto durante la giornata e non solo a cena, quando è presente anche Andre, ma anche a pranzo, quando riusciamo a mangiare tutti insieme. Premetto: mi sono occupata per oltre 8 anni, in collaboazione con delle cooperative, di educazione digitale e alfabetizzazione informatica nelle scuole e nelle fasce deboli della popolazione e lo strumento digitale non mi ha mai spaventata personalmente: ma in famiglia, con altri due figli di 18 e 20 anni, le mie paure sono ragionevolmente aumentate e io ho imposto (uso questo verbo perchè non è stato e non è tutt'ora semplice) le stesse regole anche a loro. Ma rimango sempre dello stesso pensiero: i figli assorbono quello che vedono e respirano, quindi essere d'esempio rimane, secondo me, una delle armi migliori per combattere gli effetti negativi del "cattivo" utilizzo degli strumenti digitali.

Darsi delle regole mi pare ottimo, come per tutte le cose che facciamo e gestiamo, penso sia sin dalle piccole cose quotidiane che valga il “homo faber fortunae ipsius”, e la sfida dei nostri giorni è che spesso è necessario aggiornare con flessibilità queste regole, per stare sempre aggiornati in questa epoca dei rapidi cambiamenti (se Hobsbawm considerava veloce il ‘900, il Secolo Breve come lo chiamava lui, figuriamoci cosa avrebbe da dire del terzo millennio eheh..). Detto questo, concordo dunque che dovremmo noi adulti dare per primi l’esempio. Che sia per lavoro, per didattica o per svago l’importante è fare capire che se si usano è perché si tratta di strumenti utili, che se usati in modo attivo e consapevole migliorano la nostra qualità della vita. Mentre eviterei di mostrare un utilizzo passivo della serie: accendo lo schermo e mi lascio abbindolare dalle mille cose proposte (cosa non sbagliata di per sé ma rischiosa per chi non ha già raggiunto un certo controllo e consapevolezza dei media).
Io con i più piccoli mi do la regola che se gli faccio utilizzare un dispositivo connesso a internet ne consento l’utilizzo solo sotto la mia supervisione, così qualsiasi cosa può essere spiegata via via, non soltanto sui contenuti ma anche proprio sulla logica dei media e dei dispositivi. Penso infatti che una grande differenza in un buon utilizzo dei dispositivi digitali sia legata proprio al sapere che logica seguono, ma questo forse è un aspetto abbastanza complesso da meritare forse una discussione a sè, cosa ne pensi admin? Se può interessare su questo apro un argomento a parte.